Votes taken by j.darkblue

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    È un racconto fantastico. Il suo linguaggio super di nicchia lo rendono forse ancora più apprezzabile da chi è dentro la materia. Ma anche con tutte le mie mancanze in materia, l'ho letto con pathos e divertimento.

    All'epoca mi era sfuggito.
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    Bellissima dedica Fert. A Flog certamente piacerà.
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    Oh, Runa cara! Ciao!Che piacere risentirti. Come stai? È un secolo che anche noi non ci sentiamo.
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    Conobbi Bruno più di dieci anni fa perché entrambi frequentavamo gli stessi forum di scrittura.
    Fra questi, però, credo che Palazzo Chimere fosse per lui un posto speciale; che lo considerasse un luogo accogliente dove incontrare virtualmente degli amici reali. Quando il forum fu messo in pausa, se ne rattristò. Era come se si rendesse conto che ormai le nostre "riunioni letterarie" erano finite per sempre insieme alla nostra abitudine di ritrovarci per condividere la medesima passione per la scrittura: una passione che dava grandi soddisfazioni ma che causava anche momenti di sconforto.
    Una volta parlammo di quanto fosse difficile, per gli autori sconosciuti, trovare un editore disposto a pubblicarti se non eri già affermato.
    Bruno avrebbe tanto desiderato trovare un editore che pubblicasse i suoi testi. Non c'era ancora riuscito, mi disse, ma sperava che, prima o poi, ciò sarebbe accaduto.
    Io gli raccontai che, durante l'università, avevo scritto un romanzo piuttosto corposo e che lo avevo spedito a molti editori senza avere mai ricevuto riscontri positivi. Quando seppe che mi ero cimentata nella stesura di un libro, mi fece domande sulla trama e sui personaggi perché ero molto curioso di saperne di più.
    Entrambi, allora, condividevamo il sogno di raggiungere quel traguardo, ma anche una certa amarezza.
    Gli dissi che, in ogni caso, la cosa più importante era scrivere. Finché avessimo continuato a farlo, il resto andava bene così.
    Soggiunsi che, comunque, se qualche grande casa editoriale mi avesse fatto una proposta, non l'avrei certo disdegnata. Anche quel resto, in fondo, sarebbe andato più che bene! La mia battuta fece ridere Bruno a lungo.
    Fu così, fra le risate, che concludemmo la nostra conversazione sul tema editoriale.

    Bruno, anche se non ha mai avuto la soddisfazione di vedere un suo libro pubblicato, era uno scrittore bravissimo. La sua scrittura era profonda e coinvolgente ma soprattutto originale. Ricordo come alcuni testi mi avessero colpito come un pugno nello stomaco fin dalla prima lettura e così molte delle sue poesie.
    No, non scriveva mai in modo banale, come non erano mai banali i commenti alle opere degli altri.
    A questo proposito voglio raccontare qualcosa di significativo circa il commento che lui fece a una mia poesia scritta durante la League 4.
    Mi scrisse di trovarci lo stesso cambiamento non positivo che aveva già scorto in altre mie poesie recenti. Gli pareva che non scrivessi più con il cuore, come ero solita fare molto tempo prima, bensì con la mente. Aveva l'impressione, mi spiegò, che le mie poesie fossero diventate più ricercate, ma avessero perso forza comunicativa; che io volessi impressionare il lettore con uno stile più ricercato ma non riuscissi più a raggiungerlo al centro delle emozioni.
    Mi voleva dare uno spunto di riflessione ed era per questo che me lo diceva.
    Allora mi sembrò che non fosse così e difesi la mia posizione.
    Quel suo punto di vista, però, era stato un seme gettato nel terreno da cui, in seguito, sarebbe nata la pianta del dubbio. Da allora in poi ho ripensato spesso al suo commento. Mi sono domandata a più riprese se non avesse avuto ragione lui ad affermare che, nei miei versi, non mi donavo più abbastanza emotivamente a chi mi leggeva.
    Lui aveva coniato un'espressione ad hoc per riassumere questa mia trasformazione poetica: "imbarocchimento spirituale".
    Ancora oggi quel dubbio perdura, a distanza di anni, e so che continua a portarmi un beneficio.
    Il dubbio è un alleato potente per migliorarsi.
    Quel seme è stato prezioso.

    Non ho mai avuto modo di dirtelo perché dopo la chiusura di Palazzo Chimere non ci siamo più sentiti.
    Grazie, Flog.

    Edited by j.darkblue - 27/10/2022, 19:11
  5. .
    Premessa al mio Vademecum (imperfetto) per scrivere haiku

    Lo haiku è una forma di poesia complessa. La sua struttura semplice cela una complessità unica. L'estetica zen ne costituisce il pilastro portante. In appena 17 sillabe è racchiuso un mondo di concretezza che rinuncia a tutto ciò che è superfluo, non immediato, astratto.
    Molto è stato scritto su questa forma di poesia orientale. Per colmare le mie lacune in proposito ho letto contributi scritti in diverse lingue, confrontanto le opinioni; valutando i punti di vista. Ciononostante, alcuni dubbi sono rimasti. Nei concetti dello haiku ci sono sfumature che tuttora temo di non comprendere appieno. Continuo a pormi domande e a cercare risposte. Questo vademecum essenziale si basa su ciò che ho appreso nel corso degli anni. Non ho letto soltanto contributi teorici ma mi sono immersa anche e soprattutto nella lettura di haiku altrui reperiti sui blog.
    Non prendete ciò che ho scritto come oro colato poiché potrei aver benissimo commesso errori e inesattezze. Considerate le mie indicazioni come un punto di partenza, non di arrivo.


    Vademecum (imperfetto) per scrivere haiku

    1. Lo haiku è una componimento poetico giapponese nato nel XVII secolo. E' composto da 17 sillabe, disposto su tre versi. Il primo verso ha 5 sillabe; il secondo verso ha 7 sillabe; il terzo verso ha 5 sillabe. [5-7-5]
    2. Ogni haiku deve contenere un kigo, un rifermento diretto o indiretto alla stagione. Alcuni ritengono che il kigo debba essere inserito nel I o III verso dello haiku; altri, invece, sono del parere che possa essere posto anche nel II verso. L'importante è che ci sia.
    3. Di kigo ne esistono migliaia. Sono raccolti in speciali dizionari delle stagioni (saijiki) che variano un po' da nazione a nazione. I kigo sono raggruppati secondo la stagione d'appatrenenza e suddivisi in categorie: fenomeni terrestri o celesti; momenti della stagione; animali; piante; eventi legati alla vita dell'uomo; ecc.
    4. Lo haiku deve contenere una cesura che divide la poesia in due parti distinte. Questo stacco va posto alla fine del I o del II verso; mai alla fine di entrambi. In giapponese le cesure si chiamano kireji e sono sillabe che tradotte in italiano non hanno significato. Esse producono attesa nel lettore. La cesura infatti crea non soltanto una pausa nella declamazione della poesia ma, cosa ancor più importante, segnala al lettore un ribaltamento semantico o concettuale. In altre parole la cesura fa passare (o saltare) l'immaginazione del lettore e dall'uno all'altra parte dello haiku.
    5. Il salto dell'immaginazione è una condizione indispensabile per la creazione di un buon haiku poiché permette di ampliare ciò che viene descritto nella poesia.
    6. Lo haiku deve, quindi, contenere un ribaltamento semantico il quale può essere di vario genere ed è ottenibile ricorrendo a differenti tecniche: tecnica dell'associazione; del contrasto; del cambio di senso; della messa a fuoco; dell'ambiguità, ecc...
    7. Nell'haiku deve essere rintracciabile almeno uno stato d'animo fra quelli principali dell'estetica zen (SABI, WABI, AWARE, YUGEN, ecc). Ogni haiku, ne può contenere anche più di uno; e spesso è così. Spesso non è facile neppure distinguerli. I loro contorni sfumano l'uno nell'altro.
    8. Un buon haiku lascia nel lettore un'eco, un'atmosfera, non presente direttamente nei versi, ma che induce a riflettere sul contenuto della poesia. (Cfr. il punto 15)
    9. Lo haiku non deve avere un titolo.
    10. Lo haiku è una poesia da declamare a voce alta.
    11. Lo haiku non deve esprimere sentenze.
    12. Lo haiku non deve contenere concetti astratti, ma offrire al lettore uno squarcio di realtà; le cose concrete, dirette, semplici.
    13. Un buon haiku è essenziale. In quest'ottica è meglio eliminare tutto ciò che non è necessario; quindi i pronomi personali, gli avverbi, gli aggettivi vanno usati con parsimonia.
    14. Lo haiku migliore dice poco e fa pensare molto. Crea uno spazio vuoto che poi il lettore riempirà di significati pregnanti non espressi direttamente dai versi. Secondo la propria sensibilità, il lettore colmerà il vuoto che lo haiku ha indotto attraverso le proprie interpretazioni di esso.
    15. Un buon haiku contiene in sé nascosti molti significati (che sarà poi il lettore a tirare fuori). Per creare versi plurisemantici si ricorre a vari espedienti: a doppi sensi; a giochi di parole, ecc. Inoltre, sono ammessi i paradossi, le allitterazioni, le assonanze, le onomatopee.
    16. La semplicità delle immagini e la la loro concretezza sono i pilastri fondamentali dello haiku.
    17. Mentre scrive lo haijin (il poeta di haiku) deve concentrarsi sull'attimo che vive qui e ora. Ogni istante è unico e irripetibile così come ogni haiku. Tuttavia ogni componimento, mediante il kigo, è connesso strettamente alla natura e ai suoi cicli stagionali i quali si ripetono seguendo un movimento ininterrotto di continuità. Per questa ragione lo haiku, pur riflettendo l'unicità del momento presente in un determinato spazio, s'inserisce anche in una dimensione atemporale. Le stagioni si rapportano all'istante singolo e individuale ma anche al cosmo e al suo spazio e tempo infiniti.
    18. Ogni haijin deve eclissarsi dal suo componimento. Potremmo dire che un buon haiku è quello del quale non è possibile intuire la paternità attraverso l'ars scribendi. E' come se ogni haiku, pur essendo scritto attraverso la prospettiva dell'autore x o y o z, incarni nel contempo una visione universale del mondo: una visione che, essendo legata alla natura, appartiene a tutti gli uomini di ogni luogo e di ogni epoca e assume perciò un carattere universale.

    NOTE

    Originariamente lo haiku giapponese era scritto su un unica riga verticale.
    Sillabe dello haiku: quando si dice che lo haiku ha 17 sillabe s'intende sillabe metriche, non grammaticali. Nel conteggio sillabico vanno quindi considerati gli iati, i dittonghi e i trittonghi, fenomeni come la dialefe, la sinalefe, ecc; nonché l'accento tonico dell'ultima parola del verso.
    Lo haiku senza kigo in giapponese si chiama mukigo (mu – senza). Si tratta del senryū. Questa forma poetica ha la stessa struttura sillabica dello haiku [5-7-5], però al suo interno non inserisce il riferimento stagionale (il kigo) poiché non si concentra sulla natura. I temi del senryu sono le debolezze umane, le banalità della vita quotidiana, i suoi piccoli problemi. Ha una vena satirica estranea allo spirito dello haiku, il quale non giudica, ma si limita a lasciare un'eco nel lettore.

    Edited by j.darkblue - 10/6/2016, 11:09
  6. .
    Sono felice che le domande vi siano piaciute. Alcune risposte sono state sorprendenti.

    CITAZIONE
    Brava intervistatrice, persona sincera e una poetessa in netta crescita. Grazie per l’intervista, che ho molto apprezzato e saluto gli altri due intervistati!
    AD MAIORA.

    La dico lo stesso. Ti ringrazio per l’opportunità che mi hai dato attraverso l’intervista e mi congratulo con te per le domande che ho trovato interessanti e precise. Ci ritroviamo nella prossima League?

    Sei una poetessa bravissima, un’ottima intervistatrice, ed una bellissima persona. Rispondere alle tue domande è stato bellissimo.

    Grazie per la stima. E' reciproca.

    CITAZIONE
    Ci ritroviamo nella prossima League?

    Mi devo riprendere ancora da questa.... Sono STANCA!!!!!!!!!
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    In occasione della fine della quarta edizione della League di poesia bandita dal forum Inchiostro diVerso (quest'anno in collaborazione con Palazzo Chimera), questo forum è lieto di offrirvi un'esclusiva intervista ai vincitori del nostro podio d'Inchiostro Chimera: DruVir, Morgan e Violett@

    Questa iniziativa "chimerosa" è stata pensata per festeggiare con gli amici di vecchia data, utenti nuovi e visitatori di passaggio la conclusione di questa speciale maratona poetica, la quale è culminata nella realizzazione dell'ebook gratuito Inchiostro Chimera (un volume che raccoglie le 28 poesie più votate, ovverosia tre poesie per ogni turno mensile più la poesia vincente del turno di ripescaggio e le prime tre della finale).

    Ci auguriamo che le risposte allo specchio non soltanto vi divertiranno ma che, soprattutto, vi offriranno l'occasione di conoscere meglio tre autori fantastici. Loro sono diversi in quanto a stile e ad approccio poetico eppure li accomuna la medesima fiamma. Sto parlando della fiamma che si sprigiona dalla poesia: un misto d'ispirazione e creatività che, mentre vive, arde e rischiara tutto intorno.
    Buona lettura!



    INTERVISTA



    1. Le nostre poesie, si sa, ci sono tutte care. Non fosse altro perché le abbiamo scritte noi e ne siamo giustamente orgogliosi. Eppure, in fondo in fondo, alcuni versi li amiamo un po' di più di altri. Fra le tue poesie in gara ce n'è stata una che, nel tuo cuore, ha un posto speciale? Perché?

    Grazie innanzitutto per l’occasione datami. Beh, certamente ci sono poesie che proprio abbiamo sentito dentro come una parte vera di noi e nel mio lungo percorso nella League posso dire che “Ricordo Giovanile” è quella che più mi ha emozionato anche durante la stesura. In quei versi c’è l’età più felice, l’unica età a cui vorrei ritornare.

    Sicuramente “Sono tue le mie radici”. Siamo il prodotto delle nostre esperienze e anche di chi abbiamo incontrato nel tragitto della nostra vita. Ogni persona ci lascia qualcosa di sé e “Sono tue le mie radici” è una poesia che sta a sottolineare proprio questo.

    Sì, una poesia c’è. E’ la poesia che ho scritto a marzo nel turno dedicato all’illustrazione di Royo. Il titolo è “Nuda e cruda”. E’ stata una poesia molto sofferta, in quel periodo ero depressa e vedevo tutto nero. Mi stavo accorgendo di crescere e che lo stavo facendo in un contesto che non mi piaceva. “Nuda e cruda” è la realtà, in quel periodo (quando ho scritto i versi) mentivo a me stessa perché volevo credere e convincermi di essere più forte di carattere. Nei versi scrivo: “Ma come si fa, se finta si specchia la mia tinta che invecchia seduta nel sofà”. Ecco, già m’immaginavo crescere senza avere risposte giuste. Questa poesia ha segnato un cambiamento, forse anche nel mio modo di scrivere poesia. Perché ogni volta che prendo in mano la penna e scrivo, metto a nudo me stessa.


    2. Fra le tue poesie in gara qual è quella che è nata in modo più bizzarro? in modo più inaspettato?

    “ Lettera dal Castello”: in modo molto bizzarro. Stavo pensando a come affrontare il tema della League, quando mi è venuto in mente il mio primo personaggio inventato della mia prima storia Fantasy: Si Gar di Moer. E allora mi sono detto: “perché non omaggiare il mio caro Sir”?

    “Considera il cielo”, la poesia che ho presentato per il turno “Spiritualità”. Prima di scrivere qualcosa sul tema, sono stato parecchio a pensarci. Non ho scritto nulla fino al giorno stesso in cui ho pubblicato. Ho aperto un file word, ho scritto di getto, solo una rapida controllata alla forma, mi piaceva quello che era venuto fuori. Ho postato immediatamente.

    Probabilmente “La gogna”. E’ nel turno “Sopravvivenza “ di aprile su Palazzo Chimera. Ero arrabbiata con me stessa e quei versi sono proprio l’espressione della mia instabilità: degli errori commessi ai quali non c’è rimedio.


    3. Durante la stesura delle varie poesie mensili, quale ha richiesto più riflessione e attenzione?

    Senza dubbio il tema del mese di febbraio, la citazione di Poe. Era difficile creare qualcosa di suggestivo e non banale, incanalare più immagini possibile per creare una poesia a sorpresa, innovativa e legata al tema. Ho scelto una forma di poesia strana, fatta di significanti, di tratti, di sprazzi di idee e sicuramente posso affermare che non era nel mio stile ed infatti il pubblico non ha apprezzato ( giustamente). Avevo concepito il tema cosi, come un qualcosa da afferrare con poche parole, perché dopo una lunga riflessione solo questo era il metodo, anche perché la citazione era più profonda di quanto mi aspettassi e banalizzare era molto facile.


    Sembrerà strano, perché si tratta di una poesia scritta senza pensare alla metrica, ma la poesia in cui mi sono impegnato maggiormente in quanto a ricerca di immagini e armonia fra le parole, connessioni, è stata “Della pozza e del grano”.

    E’ stata “L’abbandono”, la poesia di maggio sempre su Palazzo Chimera. E nonostante ci avessi lavorato su tanto credo che nessuno l’abbia veramente capita nonostante nei commenti avessi rivelato le mie intenzioni.


    4. Qual è stata la poesia che hai composto più in fretta, complice un'ispirazione felice?

    Il tema la mia città mi ha ispirato la poesia in pochissime ore. Quando si vive a pieno il proprio paese, si cerca di scoprire la sua storia ( fin da piccolo), si è parte di ogni casa, quartiere, parco, allora tutto è più semplice.

    “Considera il cielo”, per i motivi che ho spiegato in risposta alla domanda numero 2.

    La poesia per E.A. Poe che ho intitolato “La Dea”. E’ venuta in pochi minuti e così l’ho lasciata. Posso chiedere perché è difficile da comprendere il mio verso: “Ma troppo vide e l’ira che era divenne”. Lei apre gli occhi è diventa ira, la stessa che prima l’ha spaventata.


    5. Quando il tema del mese veniva infine svelato, in che modo cercavi di controllare l'ansia? (Ah, a proposito: non vale dare una risposta del tipo: “ Io non sono mai stato ansioso. Ho sempre avuto tutto sotto controllo, dal primo all'ultimo verso! Ho affrontato la League con spirito stoico ”. La sottoscritta intervistatrice non crederà mai e poi mai che la scadenza del 15 non mandasse in iperventilazione anche un Ipotetico/a Signor /Signora Nervi D'Acciaio.)

    Non ero ansioso, ero in paranoia. Nei primi mesi cercavo di postare tra i primi sempre, a volte ho anche postato appena la mezzanotte, complice spesso iscrizioni agli esami all’università. Avere l’ispirazione in momenti magari di ansia per esami o altre cose era fondamentale, soprattutto per postare tra i primi e ricevere in caso di voti, una migliore posizione. Spesso l’ispirazione è arrivata tardi, ma mi è andata bene comunque. Era snervante vedere autori che pubblicavano e tu davanti ad un foglio di carta, fermo da giorni .

    Per me è stato estremamente complicato scrivere “a comando”. L’ansia mi prendeva. Ma d’altra parte questa è stata per me un’ottima palestra, un esercizio che altrimenti non sarei riuscito a fare con costanza.

    Lo so che non ci credi, ma la precedente edizione della League ho fatto pochissimi punti. Così non avevo pretese, speravo solo di non arrivare ultima, vista l’alta qualità degli iscritti e mi duole il fatto che autori bravissimi non siano arrivati alla fine. Perciò, siccome sono andata bene fin dall’inizio ho affrontato ogni turno libera da pensieri, avevo già fatto molto più di quanto prevedevo fin dai primissimi mesi! Probabilmente se fossi stata tra gli ultimi l’ansia mi avrebbe attanagliato e non avrei scritto bene perché avrei cercato di piacere. Quest’anno sembra un sogno, anche se il terzo posto non è meritato poiché giunto dopo un ritiro. Ma il premio di rivelazione mi piace e lo sento proprio tutto mio.


    6. Durante l'anno della gara, hai mai avuto l'impressione che un' idea geniale per una nuova poesia ti sfuggisse via prima di averla rinchiusa dentro la gabbia sicura della carta?

    Si ahi voglia se è successo. Molte di quelle idee sono andate nel dimenticatoio, cadute nell’oblio purtroppo. Altre sono state recuperato fortunatamente come “ Età sempiterna e dorata” (https://chimere.forumcommunity.net/?t=57518272) . A volte mi capita che prima di addormentarmi mi vengono tre quattro versi in mente e mi dico: “ domani li scrivo…domani…” e poi giunge Morfeo e ciao! A volte mi capita che quando vado a correre sono ispirato e mi ripeto i versi in testa e riesco a trascriverli una volta giunto a casa.

    Alcuni versi si sono materializzati durante la notte, quelli che non ho appuntato sono andati persi.

    Non credo. Proprio per la risposta sopra.


    7. Qual è stato il tuo particolare rapporto con un' ispirazione vincolata a un tema e a eventuali complicazioni aggiuntive?

    Domanda molto azzeccata. Quando si ha un’ispirazione e magari si è vincolati per forza, le catene imprigionano il lato creativo che si ritrova a causa del vincolo ad essere svuotato del suo fascino iniziale. Trovo che imporre un argomento sia ovviamente necessario per la League, ma dall’altra per un poeta è riduttivo. Ho compreso che ad essere davvero difficile non è tanto il tema, quanto le complicazioni, quando c’erano. Quelle ti danno veramente una gran mazzata, perché ti obbligano a camminare su un sentiero più o meno largo, ecco non è un’autostrada libera.

    Come detto sopra, è stato un rapporto complicato ma anche a me congeniale. Sono stato costretto a confrontarmi con temi e paletti che mi hanno dato modo di mettermi alla prova, di capire fino a dove potevo arrivare, di spingermi oltre me stesso, anche in riferimento a temi che per me potevano essere meno apprezzati di altri.

    Qui non è facile rispondere. Ma, anche se magari non sembra, la poesia che mi ha impegnata di più è stata quella sulla città, perché avevo paura di parlare di me agli altri: dove vivo, cosa vedo. Così ho pesato ad una poesia dove parlassi tanto ma senza dare riferimenti troppo espliciti. E non ci sono riuscita, visto che si è capita la zona geografica.


    8. Avere dei vincoli da rispettare ti ha messo più sovente in difficoltà o ha rappresentato una sfida aggiuntiva con te stesso?


    Sfida con me stesso, ma in un paio di occasioni è stato veramente difficile comporre qualcosa di davvero soddisfacente e di alcune poesie sono soddisfatto a metà.

    Decisamente una sfida aggiuntiva. Sono un testardo, non sopporto di non riuscire in qualcosa. Devo provare e riprovare prima di arrendermi.

    Da quando sono su internet ho scritto spesso a tema, perciò nessun problema. Secondo me il tema è uno stimolo in più e ti fa andare su argomenti sui quali non avresti pensato. E’ scrivendo a tema che si migliora, almeno per me è stato così. Leggete in proposito la mia poesia: “Mia Erato, figlia d’amore e di poesia”.


    9. Fra gli altri partecipanti c'è stato qualcuno che, mese dopo mese, ti ha stupito per le proprie capacità poetiche?


    Faccio un plauso a te J.Darkblue e Charlize e Dangel. Siete stati i più continui e coloro che sono cresciuti maggiormente a livello poetico. Tu ad esempio, nelle ultime due poesie hai azzardato la metrica e questo è audace e da apprezzare, soprattutto perché il messaggio non è stato alterato.

    Uno degli utenti che più mi è rimasto impresso è stato _Cush e poi Miss Loryn che ti spiazza come mai ti aspetteresti.

    Naturalmente sì, ed ho fatto il tifo per lui. Morgan è un poeta bravissimo. Ha un’anima importante e sa dare voce alle emozioni. Vorrei assomigliare a lui. E poi c’è Miss Loryn che ammiro molto per la sua schiettezza, le sue poesie hanno una forza che non ho visto in nessun altro.


    10. Fra tutte le poesie che hai letto e commentato, di qualsiasi autore abbia partecipato alla League, ce n'è stata una che ti ha colpito talmente tanto da farti esclamare: - Splendida! Questa avrei voluta scriverla io!

    “Della pozza e del Grano” di Morgan! Sensazionale, un altro talento dei nostri forum. Non l’ho nominato tra coloro che mi hanno colpito, perché si è già affermato da tempo.

    “Sopravvivere”, di _Cush.

    “Qui” di Miss Loryn. Mi hanno colpito le sue parole, in particolare: “Capire, sprofondare, toccare pelle e giudizio, atomi e bugie. Il dogma di se stessi non è nel cuore”.


    11. C'è stato un tema, talmente ostico, da metterti in crisi.

    CHIMERA: l’ultimo tema della league: mi ha ucciso i neuroni. Ho scritto tre varianti del tema, magari ne posto una ^^. Dentro il termine chimera c’è un mondo e cadere nel banale era più semplice del previsto, soprattutto nel pietismo.

    Il primo, quello sulla famiglia. Sono stato spiazzato da un tema così intimo e complesso, pur apprezzandolo.

    Quello della città!


    12. Se dovessi descrivere con una sola, precisa, immagine il modo in cui l' ispirazione poetica si anima dentro di te, prendendo vita attraverso le parole, quale sceglieresti?

    Mi immagino un’ombra scura che mi entra in petto e mi fa sussultare il cuore. Ogni volta che sono ispirato è così: sento l’impulso di prendere la penna e scrivere, sotto la marcia del mio cuore pulsante. Non so perché mi immagino un’ombra nera, ma è così aahahaha.

    Una corrente di acqua o di vento che ti trascina e ti tiene al suo interno.

    “Io sono la mia anima, la mia anima è dentro di me. ”


    13. Se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo e incontrare un poeta famoso vissuto in un'altra epoca, chi vorresti conoscere? Cosa gli chiederesti?

    Domandona: Ungaretti. Fin da sempre mi ha colpito di lui la schiettezza, la crudeltà delle sue parole, la nudità del suo pensiero…( forse ero troppo ozioso da scegliere poeti che scrivessero poesie più lunghe ) Vorrei chiedergli: come può la guerra far esprimere un essere umano con parole tanto vive quanto crude, come può scrivere e ricordare di compagni trucidati a due passi da lui, come può un sentimento triste e negativo essere la voce di mille anime?

    Arthur Rimbaud. Vorrei chiedergli chi era veramente: un credente o un ateo, un sottomesso o un ribelle, un avventuriero o un borghese. Ma forse lui era tutti e nessuno e questo è ciò che rende Rimbaud Rimbaud.

    Giacomo Leopardi, per la sua vita, per la sua tristezza, per i suoi sogni. La sua infanzia, i problemi giovanili. Diventerei una Silvia più buona o lo amerei con tutta me stessa, cercando di vivere il più a lungo possibile al suo fianco.


    14. Ricordi la prima poesia che hai scritto? e quella che hai letto?

    Ah, che ricordi: la mia prima poesia, d’amore…infantile e banale, scritta a 16 anni credo. Le prime delusioni d’amore, le prime pene…la conservo ancora ( ma non la pubblico per pietà ). La prima che lessi? Non serbo memoria, ma alle elementari mi rimase impressa una poesia di cui non ricordo il titolo né l’autore che parlava di echi, di frastuoni di tuoni e fulmini che rotolavano tra i sassi…e questa poesia si fece viva quando, in vacanza con i miei, passai sul Passo Sella, stretto e nebbioso ed era in atto un temporale.


    Aveva a che fare con la guerra. Nacque in seguito ad un dibattito affrontato a scuola.

    La prima che ho scritto no. La prima che ho scritto su Inchiostro diVerso, quindi su internet, in pratica era una riflessione messa su più righe. Faceva più o meno così: “Ti amo nel sogno di un respiro eterno che vola nell'anima superando lo spazio e il tempo perduto”.


    15. Consideri l'ispirazione una despota crudele che ti fa visita quando gli pare e piace, non tenendo minimamente conto delle tue sollecitazioni o, piuttosto, un' amica fedele che sovente si allontana per andare chissà dove, ma che ritorna puntualmente a conversare con te quando più ne senti il bisogno?

    Un’amica fedele, che un tempo passava molto spesso, ma che ora si allontana per molto tempo e ritorna a svuotare la mia anima di tutto ciò di cui mi sono riempito dalla sua ultima visita. Non la chiamo, non la forzo e spesso la confondo con la voglia di scrivere, ma è sbagliato!

    La seconda. Non riesco ad odiare quel trasporto.

    E’ un’amica, la sola che mi comprende e mi fa compagnia quando sono sola.


    16. Per te la parola POESIA si lega indissolubilmente con quale aggettivo? con quale verbo? con quale avverbio?

    POESIA si lega al verbo greco POIEO fare, e fare significa costruire che a sua volta implica delle basi, delle emozioni che sono il legante, consapevolezza che è la colonna portante. Tutti possono scrivere poesia e se anche Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie e dai diciotto anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini, io allora mi reputo un cretino fiero. Finché c’è umiltà tutti possono scrivere.


    L’aggettivo che trovo più adatto è “seducente”. Seducente quel trasporto che ti prende nel momento in cui scrivi, seducenti le parole se raggiungono l’effetto desiderato in chi legge.
    Il verbo è “comunicare”, l’avverbio è “profondamente”.


    POESIA? MIA.


    17. Se Erendal e Kira ti dicessero che domani stesso inizierà una nuova edizione della League scapperesti a gambe levate o ti rigetteresti nella mischia senza pensarci?

    Nella mischia tutta la vita! Lo staff ha fatto un lavoro impeccabile, mica posso ripagarli andandomene senza difendere il titolo

    Mi prenderebbe un momento di ansia, ma sono sicuro che mi ributterei nella mischia.

    Parteciperei, loro sono due persone stupende, anche se li conosco solo virtualmente. Considero Inchiostro diVerso la mia casa virtuale, la mia famiglia di sogni. E sono stupendi anche tutti gli altri. Credo che su internet sia difficile trovare un posto dove stare veramente bene, ed io ci sono riuscita grazie all’entusiasmo di chi ama la scrittura ed ha creato un posto bello come Inchiostro diVerso per stare tutti insieme e vivere le nostre emozioni. Perciò mi sento fortunata.


    18. Pensi che la poesia sia fine a se stessa o, nel suo piccolo, possa rendere il mondo un luogo migliore, facendosi portavoce di messaggi importanti?

    L’ho scritto anche nella presentazione del mio e-book. La poesia si deve far carico, più di qualsiasi altra forma, di un messaggio condivisibile che parli in prima persona delle esperienze della gente. La sua brevità rispetto la prosa ( non sempre è così, ma almeno per la maggior parte dei casi) deve veicolare messaggi di ogni tipo, ma deve farlo. Ora invece la poesia è vista come una cosa per pochi, difficile da comprendere e nessuno ha più tempo per soffermarsi su pochi versi, mentre la prosa divide il messaggio in molte pagine, è più soft e rilassante..poi de gustibus!

    Penso che possa farsi portatrice di messaggi rilevanti, sociali, universali. C’è bisogno anche oggi di un’arte che costituisca il tramite tra la voce delle coscienze e la realtà che le circonda. Oggi, più che mai, c’è bisogno di riappropriarci della nostra interiorità e la poesia, come anche l’arte tutta, è ciò che ci espande oltre la semplice visione materiale del mondo.

    Sicuramente la seconda, tuttavia non bisogna pretendere che un messaggio passi per forza. Ognuno ha le sue idee.


    19. Regalaci alcuni versi di un poeta passato che, secondo te, racchiudono la summa dell'esistenza umana.

    Mobile ordigno di dentate rote
    lacera il giorno e lo divide in ore,
    ed ha scritto di fuor con fosche note
    a chi legger le sa: SEMPRE SI MORE.
    Ho scelto questi versi tratti da “ L’orologio da rote” di Ciro di Pers, che forse non tutti conoscono. L’esistenza umana è come un orologio: le sue lancette scandiscono la nostra vita e poi giunge la fine per tutti: sempre si muore, che racchiude la massima senecana cotidie morimur.r


    Morire come le allodole assetate
    sul miraggio

    O come la quaglia
    passato il mare
    nei primi cespugli
    perché di volare
    non ha più voglia

    Ma non vivere di lamento
    come un cardellino accecato

    Ungaretti, Agonia


    A Silvia (Giacomo Leopardi)
    Che pensieri soavi,
    che speranze, che cori, o Silvia mia!
    Quale allor ci apparia
    la vita umana e il fato!
    Quando sovviemmi di cotanta speme,
    un affetto mi preme
    acerbo e sconsolato,
    e tornami a doler di mia sventura.
    O natura, o natura,
    perché non rendi poi
    quel che prometti allor? perché di tanto
    inganni i figli tuoi?
    Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
    da chiuso morbo combattuta e vinta,
    perivi, o tenerella. E non vedevi
    il fior degli anni tuoi;
    non ti molceva il core
    la dolce lode or delle negre chiome,
    or degli sguardi innamorati e schivi;
    né teco le compagne ai dì festivi
    ragionavan d’amore.
    Anche perìa fra poco
    la speranza mia dolce: agli anni miei
    anche negaro i fati
    la giovinezza.



    20. Regalaci alcuni versi tuoi che racchiudono, non la summa umana, bensì della tua esperienza in quanto individuo.

    Chi fu che non guardò quel verde colle?
    Chi un pezzo non bramò d'età dorata?
    Diamo una vita oppressa a quant'è stato,
    sopravvivenza all'avvizzito mondo
    immota speriamo.


    Ho visto il cielo nello specchio di un orologio
    Ma poi ho compreso
    Allora prima del tra poco
    Ho deciso che sarei partito
    Lasciando il mondo e cercando il resto


    Mia Erato, figlia d’amore e di poesia

    Suonava la lira la dea bambina
    che fonte di divino spirito - luce
    cullava sul suo tetto di pietra.

    Ma crebbe la dea, troppo -
    e musica stonò.
    Al tocco perduto un dito impuro,
    un uomo immaturo.
    Senza la sua musica – tradita.

    Scesa la strada, il buio –
    dalla musa illusa più non torna
    la melodia.

    Il ricordo è un osso rotto,
    una vuota ampolla
    in attesa d’acqua benedetta.



    21. Vuoi dire qualcosa agli altri due vincitori?

    Bravissimi ragazzi: la vittoria è solo una parola umana per creare delle caste. Certo, chi vince ha guadagnato qualcosa in più per stare li, ha “giocato” meglio le sue carte, ma bravi tutti. Morgan, sai già cosa penso. Violett@ sei stata la rivelazione di questa League e dunque più che dirti continua così non posso dirti Ci rivediamo alla prossima sfida

    Faccio loro i complimenti, perché se sono arrivati dove sono è perché, alla maggior parte delle persone partecipanti e non al contest, sono arrivate forti le emozioni e i messaggi delle loro poesie.

    Morgan sei il mio autore preferito. DruVir hai vinto meritatamente e devi andare fiero del tuo primo posto.


    22. Vuoi dire qualcosa agli organizzatori della League?

    Tenere a bada teste calde, stare attenti alle infrazioni, non è lavoro di poco. Avete proprio passione per fare questo mestiere/hobby. Un ringraziamento particolare va ad Erendal e Kira, senza di loro forse staremo parlando di un’altra gara, ne sono sicuro!

    Sì, voglio dirgli che è difficilissimo organizzare e gestire contest così lunghi, con la disponibilità e la pazienza, la capacità di entusiasmare e tenere l’interesse acceso che hanno avuto loro, ma soprattutto con la voglia di regalare qualcosa che sia capace di appassionare e fare incontrare mondi e stili di scrittura differenti. Sono dei grandi, devono continuare così.

    Siete unici, quello che fate per organizzare gare così complesse non ha prezzo. Spero che noi autori vi ripaghiamo sempre con le nostre belle parole e la nostra presenza al vostro impegno costante. Non smettete mai.


    23. Vuoi dire qualcosa all'intervistatrice? (No, meglio di no... Ritiro la domanda.)

    Brava intervistatrice, persona sincera e una poetessa in netta crescita. Grazie per l’intervista, che ho molto apprezzato e saluto gli altri due intervistati!
    AD MAIORA.


    La dico lo stesso. Ti ringrazio per l’opportunità che mi hai dato attraverso l’intervista e mi congratulo con te per le domande che ho trovato interessanti e precise. Ci ritroviamo nella prossima League?

    Sei una poetessa bravissima, un’ottima intervistatrice, ed una bellissima persona. Rispondere alle tue domande è stato bellissimo.

    Edited by j.darkblue - 4/1/2016, 21:21
  8. .
    Complimenti Nozomi!!!!
  9. .
    Questo mese voto
    Morgan› - Sono tue le mie radici
    DruVir - Radici profonde non gelano
    yume_no_namida - For C.
    Avrei voluto poter votare anche Violetta, Miss Loryn, Winter Were. Un plauso a tutte le poesie in gara. E' stato difficile scegliere, come sempre.

    P.S. Grazie a chi ha votato la mia poesia.
  10. .
    I miei voti
    Druvir - Ricordo giovanile
    Al - Spora d'amore
    Morgan -In ricordo d'assenza

    Ho scelto queste poesie poiché, fra la rosa delle mie preferite per questo mese, sono state quelle che mi hanno maggiormente colpito.
  11. .
    Il tuo passato t'infligge il dolore più "tossico" (come il blu di metilene) perché è dentro di te, e non è sradicabile.
    Le immagini sono fulminanti. Colpiscono come lampi di luce e si diffondono nella comprensione del lettore con la potenza di un veleno istantaneo.
    Complimenti.
  12. .
    Il tetto del cielo
    imbevuto d'indaco e violetto
    era imploso
    nei tuoi occhi implumi
    marchiandoli di desiderio
    per gli eterni spazi del sogno.

    Intorno, le proboscidi degli elefanti - già cadaveri -
    dondolavano indolenti
    e ignoravano i riverberi; ignoravano te.
    Alzando polvere ovunque,
    accecavano il mondo, accecavano se stessi.

    Tu, formica esploratrice,
    li dissezionavi:
    con un bisturi nello sguardo incantato
    ne svelavi le ottuse nudità.
  13. .
    CITAZIONE
    e così
    la tua carne si affila
    nell'intorno del lauro;

    La vita del poeta che diventa tale nell'atto dello scrivere i versi? Non so se quest'interpretazione sia giusta ma leggendo mi si è formata quest'idea in testa.

    CITAZIONE
    e sul prato galleggi
    anelito lacustre;
    ove tremula l'io
    ti consacri corteccia.

    Quando la poesia "arriva", consacra finalmente il poeta in una forma stabile (corteccia) ?

    La tua poesia, Cush, mi ha molto colpita perché cerca di portare alla luce, attraverso immagini quasi oniriche, lo stretto e misterioso rapporto fra il poeta e ciò che egli scrive.
    Grazie per averla dedicata a noi tutti.
  14. .
    Per tutti gli utenti di Palazzo Chimera e non, ecco a voi l'attesa intervista con l'autore Ivano Dell'Armi in occasione dell'uscita del suo libro fantasy Erendal delle fiamme, edito da Youcanprint.

    9788891181305g
    INTERVISTA


    1. Il titolo che hai scelto per il tuo libro, “ Erendal delle fiamme”, a me sembra alludere a un personaggio avvolto da un fuoco interiore che lo anima e che, in qualche modo, diventa il catalizzatore di tutto ciò che gli accadrà. Ho ragione? Se sì di che tipo di fuoco si tratta? Un fuoco d'ira o di redenzione?
    Intanto grazie per l’opportunità che mi stai dando, di parlare del mio libro. Mi piace la tua sensazione di vedere Erendal avvolto dal fuoco interiore, ci starebbe anche bene, perché no! Tuttavia il titolo ha un significato diverso che non intendo anticipare troppo per non togliere la sorpresa ai lettori! Vi riporto però un passo del libro: “La terra ai nostri piedi comincia a tremare e dal cielo saette di fuoco precipitano dall’alto per catalizzarsi nel mio fisico. Il suolo si spacca ed ingoia ogni cosa lungo la sua linea di rottura, dove sotto emerge sempre più l’inferno di Kryntor”.
    Le fiamme, il fuoco… sono un simbolo importante nel mio romanzo, e sono presenti anche e soprattutto a livello fisico e visivo. L’ambientazione nel finale è avvolta dalle fiamme. Di più però non posso anticipare.

    2. E' inevitabile che ogni scrittore trasferisca parte di sé stesso nei propri personaggi. Dopo aver concluso il libro, pensi che Erendal Elfo abbia di te esattamente quello che tu hai voluto donargli, oppure il personaggio si è “appropriato” anche di una parte di te emersa a tua insaputa durante la scrittura?
    Erendal è stato costruito partendo da me stesso, ed il personaggio posso dire che è riuscito alla perfezione. Niente di più di quanto non volessi. Diciamo che leggendo i comportamenti di Erendal si può conoscere meglio anche il mio lato più “oscuro” che naturalmente io tengo ben riposto dentro l’anima! Speriamo…

    3. A parte il protagonista Erendal, quale altro personaggio del libro giudichi meglio riuscito?
    Senza ombra di dubbio Ketry. Si tratta di una strega dampira, ovvero per metà umana e per l’altra metà vampira. Come ho detto già in una precedente intervista i dampyr mi sono sempre piaciuti, sono una rarità: non hanno le comuni debolezze dei vampiri. Perciò lei è più forte e più temuta da ogni vampiro. Ketry è immune alla luce del sole, è colta, è intelligente. E in più padroneggia le arti occulte essendo una strega. Incarna perfettamente il simbolo della cattiva ragazza: bella, dannata e senza cuore. Ketry è l’asse negativo della storia; è colei che riesce più di ogni altra creatura delle tenebre a spostare l’equilibrio mentale di Erendal verso le forze del male. E’ questo il suo ruolo.
    Tuttavia il personaggio di Aranel riserverà molte sorprese ai lettori, la conoscerete… ma soprattutto avrete modo di vivere con lei nel secondo capitolo della saga!!! Il secondo libro della serie sarà dedicato a lei ed a Erendal, protagonisti alla pari.

    4. Nella quarta di copertina ho letto che c'è un personaggio femminile di nome Llian di cui Erendal s'innamora. Lei è la parte complementare o quella antitetica dell' Elfo?
    Naturalmente complementare, lei è l’asse buono della storia. Come ho scritto: “Llian è l’inconsapevole guardiana del cancello della mia anima, capace di assopire ed addolcire il demone che vuole spalancarsi la via attraverso il mio corpo”.

    5. Sei soddisfatto della trama del libro, così com'è venuto fuori, oppure cambieresti qualcosa?
    Molto soddisfatto, il finale in particolare. Ogni volta che lo rileggo mi piace sempre di più. Avevo altre cose da dire, per questo ho ripreso a scrivere la storia ed uscirà un secondo capitolo. Ma attenzione, questo libro è autoconclusivo lo stesso.

    6. Vittorio Alfieri ha detto che “La lima è un tedio onde facilmente si pensa ad altro adoprandola. La creazione è una febbre, durante l'accesso, non si sente altro che lei”. Quanto è stato divertente buttare giù la prima stesura di “ Erendal delle fiamme”, e quanto, invece, è stato noioso - se lo è stato - correggere i refusi, eliminare delle parti, aggiungerne altre, impaginare il libro, ecc...
    Scrivere mi diverte molto, adoro creare mondi e storie fantastiche. Ho iniziato a scrivere il primo Erendal nel 2004… l’ho plasmato poco alla volta. Poi la storia è stata prima riscritta, poi ampliata. Insomma oramai è parte di me.
    Correggere le bozze invece è stato lungo e noioso, per fortuna che ho un’ottima manager alle spalle!!!!

    7. Per lungo tempo il fantasy è stato un genere un po' bistrattato dagli ambienti della letteratura “colta”poiché era ritenuto un filone di letteratura di serie B, destinato soltanto all'intrattenimento (così come accadeva per il genere giallo o rosa.)
    E’ un filone di letteratura di “nicchia”, e secondo me tale avrebbe dovuto restare. Oggi molti sottogeneri del fantasy non sono all’altezza del genere principale, o meglio riprendono solo una piccola parte del genere per poi andare altrove. Per me il fantasy deve essere fatto bene da chi vive per il fantasy.

    8. Ultimamente, invece, stiamo assistendo a una nuova attenzione per il fantasy (declinato in ogni sorta di sotto-categoria possibile: urban-fantasy, science-fantasy, fantasy storico, ecc...) da parte di editori, critici e registi. Secondo te cosa c'è realmente alla base di questo cambiamento di rotta? Una diversa sensibilità o, considerato il riscontro favorevole nel pubblico, un interesse puramente economico?
    Come dicevo sopra, oggi – sfruttando principalmente il successo di Tolkien, ma non solo – molti autori si sono lanciati sull’ambientazione del fantasy ma poi hanno scritto tutt’altro. Per me - ma è una mia opinione personale - non basta la magia per fare un fantasy, anche se la magia ne è l’elemento essenziale!

    9. Sappiamo bene come il fantasy non sia un genere di letteratura esclusivamente per ragazzi, benché gli adolescenti lo amino molto. Tolkien è stato uno dei primi autori a mostrare ai lettori quale complicato simbolismo può celarsi dietro un racconto che parla di Elfi, Gnomi e Maghi. Secondo alcuni la sua trilogia è un rompicapo per lettori di ogni età, piena di significati non ancora completamente scoperti. Ritieni anche tu che questo genere letterario sia un mezzo privilegiato per comunicare significati profondi e talvolta impensabili?
    Qui la penso diversamente. Il fantasy è un genere che definirei anche tosto. Il filone nordico (norreno) ne è un esempio. Storie come l’Anello dei Nibelunghi mi affascinano. Il massimo per me è quando fantasy e horror si incontrano!!!

    10. Eppure gli scrittori odierni di fantasy di maggior successo sembrano orientarsi esplicitamente a un pubblico di ragazzi e non anche di adulti. Indicazioni palesi di questo inversione di tendenza secondo me si possono trarre dal fatto che i protagonisti delle storie sono sempre più spesso adolescenti (per favorire l'immedesimazione) e che la prosa si sia via via semplificata per diventare d'immediata comprensione. Quindi, nonostante il fantasy attualmente stia avendo una nuova primavera, ho però l'impressione che, nel panorama letterario presente, esso stia subendo una progressiva trasformazione, in termini di “ snellimento” delle trame e semplificazione della sintassi.
    Oggi molti lettori preferiscono trame semplici forse per un appiattimento generale del livello medio di cultura, non saprei. Quello per me non è vero fantasy, però preferisco non fare nomi per non sentirvi sobbalzare dalla sedia! Io sono invece per le trame articolate.

    11. Tu condividi o meno questa mia idea sull'evoluzione contemporanea del genere fantasy? Se sì, perché? Se no, perché?
    Credo che hai ragione, ma esiste ed esisterà sempre il genere fantasy che resta nella “nicchia”. Quello è il migliore!!!

    12. Tre motivi per i quali, secondo te, chi non ha mai letto un fantasy dovrebbe avvicinarsi a questo genere letterario.
    Tre motivi? Intanto il principale: perché bisogna evadere dalla routine quotidiana, quindi la magia serve. Poi perché nel fantasy si respira quell’aria frizzante del passato quando l’uomo non si era ancora allontano dal divino, un mondo dove il lato spirituale era ancora forte e condizionava la vita delle persone. Ed infine perché leggendo un fantasy ti accorgi di quanto sono affascinanti le razze diverse da quella umana!

    13. Parlando di fantasy, viene in mente il concetto di fantasia. Secondo te cos'è la fantasia? Un dono ricevuto in sorte dalla nascita come il colore degli occhi o dei capelli oppure una sorta di apertura mentale che si può coltivare come un giardino segreto?
    Bella domanda! E’ senz’altro un dono che si riceve dalla nascita. Però poi sta alla persona coltivarlo. Più ti fai coinvolgere dalla quotidianità e dalla società moderna, più la disperdi. Fondamentale a questo proposito è restare sempre un po’ bambini e sognanti, perché la magia esiste davvero, non sto scherzando… e si annida proprio nell’animo più puro! La magia è un patto con la natura. La magia è armonia, non deve essere mai scambiata per stregoneria.

    14. “Se la fantasia seguisse gli uomini come la loro ombra, il mondo sarebbe un luogo...”
    Fantastico!!!!!!!!!!!!!!!

    15. Se l'umanità perdesse ogni briciolo di fantasia, in favore della razionalità, il mondo diventerebbe un luogo...
    Simile all’inferno. Finché al mondo ci sarà sempre chi crede nei sogni (e nella magia) le porte dell’inferno non si spalancheranno mai del tutto! E qui riprendo il titolo “delle fiamme”.


    Grazie per questa bellissima intervista Gioia, è sempre un piacere trascorrere un po’ di tempo con voi di Palazzo Chimera.

    Il piacere è reciproco. Anche noi Chimerosi siamo felici di trascorrere del tempo con gli amici D'Inchiostro Diverso!
  15. .
    Bellissime le immagini che hai creato. Il senso della vita e della sopravvivenza che non è esente dal dolore e dalla sofferenza, anzi è un tutt'uno. Un ciclo continuo che si rinnova fra vita e morte/ speranza e sofferenza, appunto. E in mezzo l'uomo che cerca di trovare il proprio posto.
    Ho adorato questo verso "sopra vivevo a una pozzanghera dai verdi riflessi." Il gioco di parole e significato fra sopravvivere e sopra vivevo.
169 replies since 10/11/2010
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